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U la Repubblica (@u_repubblica)

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Con le sue collezioni, @GiorgioArmani ha inventato un linguaggio nuovo e potente ma sempre sobrio e rigoroso, perché come disse una volta: “L’eleganza non è farsi notare, ma farsi ricordare”. Il testo completo di @Fran_ce_sca_Reboli al link in bio. #GiorgioArmani

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La leggenda di @GiorgioArmani è stata scritta sulle passerelle dell’ultimo mezzo secolo, ma forse non avrebbe raggiunto la sua incredibile risonanza globale senza il cinema, senza i film e senza le star che sul set e sui red carpet hanno indossato Armani, contribuendo a creare l’identificazione quasi totale tra il Made in Italy e lo stilista nato a Piacenza. “Ho cercato la parola ‘classe’ sul dizionario. Per un momento mi è sembrato di vedere lì il nome Armani”, ha detto una volta #GeorgeClooney. E #ClaudiaCardinale, in modo altrettanto esplicito: “Il mio stile è Armani. Nessuno, in nessun posto del mondo, mi chiede mai: cosa indossi?”. Il testo completo di @Fran_ce_sca_Reboli al link in bio.

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Giorgio Armani: “Mi emoziona l’affetto della gente nei miei confronti”. Nel giorno della scomparsa dello stilista, riproponiamo l’intervista realizzata per il primo numero del mensile @U_Repubblica. Armani parla di incontri, eventi e scelte che lo hanno portato a diventare il volto simbolo del Made in Italy. Il testo completo di @EFarneti e @Maurizio_Molinari_ al link in bio. Foto di @NikolaiVonBismarck. #GiorgioArmani

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Giorgio Armani è morto oggi, 4 settembre 2025. Aveva 91 anni. È morto come ha sempre voluto vivere: lavorando sulle sue collezioni e progettando le sue prossime iniziative. Dire che la moda tutta sentirà la sua mancanza non rende minimamente l’idea di che perdita sia. Nei 50 anni passati alla guida del suo marchio, fondato con Sergio Galeotti nel 1975, #GiorgioArmani ha cambiato la storia del costume. Ha ideato un nuovo guardaroba per uomini e donne, ha dato un nuovo senso all’idea di power dressing, ha incantato, fatto sognare e creato non solo un nuovo concetto di stile, ma anche un nuovo modo di raccontarlo e svilupparlo. Il legame con il cinema - da American Gigolò agli Intoccabili all’amicizia con Martin Scorsese -, i testimonial famosi, le affissioni in città, l’hangar di Linate personalizzato a vita, i profumi, le collezioni giovani, la sponsorizzazione della nazionale italiana alle Olimpiadi… Giorgio Armani è stato capace di parlare a tutti, trovando un modo per connettersi con ogni tipo di consumatore: non è un caso se è sempre stato molto amato dalla gente, che lo fermava per strada come fosse una star, o che rimaneva stupita di vederlo di prima mattina nelle vetrine delle sue boutique aiutare i commessi a sistemare l’allestimento. Ecco, l’amore del pubblico deriva anche da questo: la storia di Giorgio Armani è una straordinaria epopea stilistica, la storia di un uomo che è arrivato in cima al mondo, uno dei pochissimi designer in grado di rimanere fieramente indipendente fino alla fine, continuando a fare ciò in cui credeva. Per lui l’eleganza è sempre stata una questione di misura, e non è mai venuto meno a questo suo credo. Una coerenza rara in questi tempi. Ma la sua è anche stata la storia di un lavoratore instancabile, che ha sacrificato molto della sua vita per il suo mestiere. Era lui stesso negli ultimi anni a raccontarlo con sincerità disarmante, senza acredine: sapeva di aver fatto quello che sognava davvero. di @SereTibaldi.

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“Nella mia creatura ci sono io. Ho riversato tutto me stesso. Il mio inconscio e il mio vissuto,” racconta #JacobElordi, protagonista del nuovo “Frankenstein” di #GuillermodelToro, in concorso alla Mostra del cinema di Venezia e nelle sale il 22 ottobre. In questo adattamento del classico gotico di Mary Shelley, il “mostro” ha le fattezze dell’attore australiano. “Nel suo essere così straniato, ci sono io… Il suo non sentirsi niente, non sapere chi è, sentirsi lontano da se stesso. Ho cercato di essere il più onesto e vero possibile” prosegue Elordi. “Mi sedevo al trucco e sapevo che dieci ore dopo sarei stato altro. Penso di non essermi mai sentito così bene, come quando diventavo la creatura. Alla fine, forse, è quasi più umano lui di me”. L’intervista completa di @antonellamatrix al link in bio. #Venezia82

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“I Only Want You to Love Me” è un’opera firmata dal duo Lovett/Codagnone e riproduce il carattere tipografico scelto nel 1976 per il poster dell’omonimo film di Rainer W. Fassbinder, che raccontava la vicenda di Peter, condannato per omicidio e intervistato sui motivi che lo avevano spinto a uccidere. La frase esprime una richiesta d’amore assoluta. Il neon, normalmente associato alla comunicazione pubblicitaria, si fa veicolo di un’intimità fragile, attraverso uno slittamento dalla sfera privata a quella pubblica e trasformando quel bisogno in un gesto politico. Una dichiarazione in cui si intrecciano la dipendenza emotiva, la necessità di riconoscimento e l’esposizione da parte del soggetto desiderante. Scelta per U da @Diego.Sileo, storico dell’arte, che cura una antologica del duo di artisti, John Lovett e Alessandro Codagnone, al @PacMilano (Padiglione d’arte contemporanea) di Milano fino al 14 settembre.

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@GiorgioArmani crea ARMANI/Archivio, una piattaforma online che raccoglie cinquant’anni di creatività. Migliaia di look originali delle numerose collezioni #GiorgioArmani donna e uomo saranno disponibili sul sito dedicato, il cui accesso completo è riservato (per ora) ai dipendenti dell’azienda. Il pubblico potrà esplorare una prima selezione di 57 look: piccola immersione nella storia degli abiti secondo lo stilista piacentino. La piattaforma verrà celebrata domani sera in occasione della Mostra del cinema di Venezia 2025. L’articolo completo di @Arianna.Galati al link in bio.

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“No Dior, No Dietrich”. Alla conferenza stampa del suo ultimo film fuori concorso alla Mostra del cinema di Venezia 2025, “After The Hunt”, il regista #LucaGuadagnino ha indossato una t-shirt di @Dior by @Jonathan.Anderson con il celebre quote di Marlene Dietrich: il riassunto tra il legame di Christian Dior con la settima arte.

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Lo stile “bravo ragazzo” è nell’aria: lo abbiamo visto al debutto di @Jonathan.Anderson per @Dior, con le cravatte a righe protagoniste. @AnthonyVaccarello per @YSL le ha infilate dentro la camicia. L’ossessione parte da qui, un dettaglio classico portato con leggerezza: nostalgia contemporanea. a cura di @TommasoPalamin. Foto di @SeanAlexanderGeraghty. Full Credits: Model @greyzn__ @independent_mgmt Style assistant #EmilyCervi #ULaRep

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DON’T WALK. photo @RetoSchmidd. style @PauAvia. EIC @EFarneti. CD @BenKelwaystudio. FD @GiovanniDarioLaudicina. Il servizio completo su U, in edicola. Full Credits: Models @georgeslabbat_ and @nour.bdk @tomorrowisanotherday_agency, @owenrupp_ @premium_models, @thomas_riguelle @successmodels, @pol.schwinzer @vivamodel Casting @dmcasting Hair @jacobkajrup @clmagency Makeup @stephaniekunz @totalworld Set Design @felixgesnouin @ @totalworld Movement Director @ryanchappell Photo Assistants #PeterKeyser #QuentinFarriol Digital Operator #SaschaHeintze Style Assistants #AmelieRichart #JulieTocariuc Hair Assistant #KatrinSachenko Makeup Assistant #ChaimVischel Set Designs Assistant #ElfiredGratas #ElijahDeroche Production @lambertlambert_ Retouching #KiranOwal #ULaRep

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