Chiara Francini (@chiarafrancini)
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๐ ๐๐ ๐ค๐จ๐๐ฅ๐๐ ๐ก๐ข๐ก ๐๐๐ก๐ก๐ข ๐๐๐ ๐ข๐ก๐ ๐ (Rizzoli), il mio nuovo romanzo
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oppure ORDINALO QUI๐๐
Grazie a tutti voi che mi avete fatta sentire giusta. ร stato un giorno, un Sanremo speciale. Questo monologo significa molto per me. E scoprire che mi avete visto e compresa รจ tanto bello. Sapere che non siamo soli รจ tanto bello. Il monologo integrale รจ su al link in BIO
. ๐ธUna serata straordinaria!๐ธ Grazie @amadeusonoio @morandi_official Dress: @moschino Jewel: @crivelliofficial Make Up: @valentini.nina per @ethosprofumerie @marazanotto Hair: Piero Giordi Styling: @andrea.mennella
. ๐ธGrazie. Al Signor Ama @amadeusonoio che mi volle, a Gianni @morandi_official che mโabbracciรฒ, a Chiara, a Francesca, a Paola.โค๏ธ A chi mโha reso una principessa luccicante quel giorno, alla mia famiglia - felini e non - GRAZIE a Sanremo. Ai cantanti, alle cantantesse, agli autori, a chi da dietro fa grande il davanti. Alla MN, salisicc e non! Grazie A VOI TUTTI, che siete il FESTIVAL, e che mโavete accolta e amata. E nulla cโรจ di piรน grande. GRAZIEโค๏ธ Dresses: @moschino Make up: @valentini.nina Hair: Piero Giordi per @minetteroma Jewel: @crivelliofficial Styling: @andrea.mennella Management: @mncomm.it
. โ๐ก๐๐๐๐ ๐ฉ๐ข๐๐ ๐๐ ๐จ๐ก๐ ๐๐๐ ๐๐๐ก๐ ๐ฆ๐ข๐๐, ๐๐ ๐๐๐ก๐ข๐๐๐๐๐ข ๐๐ ๐ง๐จ๐ง๐ง๐โ La mia intervista alla regista su La Stampa The Voice of Hind Rajab In concorso allโ82ยช Mostra del Cinema di Venezia Questo film รจ lโunica cosa che va vista e ascoltata. Per la sua caratura e per tornare umani. Genocidio รจ parola che viene dopo. Sempre dopo. Come i nomi sulle lapidi: si scrivono quando la vita รจ finita e la Storia non puรฒ restituire ciรฒ che ha lasciato andare. Genocidio รจ parola che arriva quando รจ troppo tardi. Dopo Auschwitz. Dopo lโArmenia. Dopo il Ruanda. Dopo Srebrenica e il Darfur. Oggi quella parola insorge a Gaza. Questo film รจ la voce vera di Hind Rajab, una bambina di sei anni, rimasta chiusa in unโauto a Gaza il 29 gennaio 2024, accanto ai corpi della sua famiglia. ร la voce autentica degli operatori della Mezzaluna Rossa che salvano a mani nude, prigionieri di linee telefoniche e corridoi mai aperti. ร la voce di una bambina dallo sguardo a cinguettio e lโanima antica, che in mezzo alle macerie parlava della scuola delle farfalle, della sua mamma e della paura di essere lasciata sola. Come facevano i bambini ebrei nel ghetto di Terezin durante la Seconda guerra mondiale. Hind Rajab, con la dignitร dellโinfanzia, strazia dicendo il vero: ho paura. Salvatemi. ร lei la voce di Gaza. La voce del mondo. Ascoltatela. Piรน di tutto. Non leggete. Non interpretate. Fate tabula rasa. E lasciate che sia solo questa voce a guidarci. Kaouther Ben Hania รจ la regista del film che ha sconvolto la Mostra di Venezia. Le ho parlato. Ha raccontato di aver sentito la registrazione, la voce di Hind durante uno scalo a Los Angeles. Quella voce le รจ arrivata alla testa, o al ventre? ยซLa mia รจ stata una reazione immediatamente fisica. ร venuta fuori come unโonda di tristezza e di impotenza. In quel momento mi sono chiesta: cosa posso fare con quello che padroneggio? Dovevo trovare il modo giusto, il mezzo cinematografico adeguato per raccontare quella voce. Perchรฉ non era soltanto quella di Hind, non era solo la sua storia: era ed รจ la voce di Gaza. Ed รจ, in fondo, la voce di ogni bambino del mondoยป Integrale su LaStampa #venezia82
. Su La Stampa di oggi il mio commento sullโex Teatro Comunale di Firenze. Oggi cubo. ๐๐จ ๐๐ ๐ง๐๐ก๐ง๐ โA Firenze, al posto del Teatro Comunale, hanno costruito un cubo. Grigio. Grigio scuro. A Firenze una domanda sancisce inizio e fine di tutto: ยซMa te, di chi tu sei?ยป Se la ponessero a quel parallelepipedo disgraziato, quel Calimero con gli angoli risponderebbe: ยซIo? Son figliol di nessunoยป. Ma cosa รจ successo? Unโoperuccia burocratica in quattro atti. Primo atto: 2013, Renzi sindaco, la delibera. Secondo atto: aste deserte. Terzo atto: la Cassa Depositi e Prestiti lo prende in custodia. Quarto atto: il catwalk dei fondi immobiliari. Tutto regolare: il melodramma del cavillo che si fa opera. Da tre soldi. E cosรฌ il Teatro Comunale, che aveva tenuto insieme Verdi e Callas, applausi e comunitร , diventa Salone del Mobilino: appartamenti, palestre. Firenze archivia la musica e inaugura i tapis roulant. Dove saliva il coro del Nabucco, oggi sale lโascensore. Dove cantava il Requiem, si tonifica il gluteo. Che poi quel cubo sorga dentro lโarea UNESCO รจ paradosso estremo. La tutela non รจ marchio: deve essere coscienza. Come si รจ giunti al cubo? Non fu visione. Fu la tinta. Nel 2020 la discussione smise di riguardare lโaltezza o il senso. E fu la tinta. Era previsto un crema, venne approvato un grigio. Da architettura a cromia, da visione a sfumatura. La tinta segnรฒ il via libera della Soprintendenza. Non ci si interrogรฒ piรน sul senso dellโopera, sul rapporto con Firenze: la questione fu la tonalitร . ร cosรฌ il cubo divenne โlegaleโ e inevitabile. Maledetta armocromia. Ancora lei. Il cubo non รจ โbruttoโ. ร anonimo. E a Firenze lโanonimia รจ peggiore della bruttezza. Lโanonimia spegne. E il silenzio, qui, รจ bestemmia. La grazia non รจ un dettaglio. ร la sostanza che tiene insieme pietra e memoria. In Maledetti toscani Malaparte scriveva: ยซI fiorentini hanno un modo dโinginocchiarsi che รจ piuttosto uno stare in piedi con le gambe piegateยป. Stavolta, Firenze si inginocchia: non davanti al potere. Davanti a un cubo. A una matematica esatta nella misura e cieca di grazia. Non fu la giustizia. Fu la tinta. [โฆ]โ ย Lโarticolo integrale su La Stampa, in edicola.
๐ โ๐๐ฒ ๐พ๐๐ฒ๐ฟ๐ฐ๐ฒ ๐ป๐ผ๐ป ๐ณ๐ฎ๐ป๐ป๐ผ ๐น๐ถ๐บ๐ผ๐ป๐ถโ ๐ฆ๐๐ฆ๐ง๐ ๐ฅ๐๐ฆ๐ง๐๐ ๐ฃ๐ ๐ Grazie๐ ยซ๐ก๐ผ๐ป ๐๐ฐ๐ฟ๐ถ๐๐ผ ๐ฝ๐ฒ๐ฟ ๐๐๐ฟ๐ฎ๐๐ฒ๐ด๐ถ๐ฎ ๐ผ ๐ฟ๐๐ณ๐ณ๐ถ๐ฎ๐ป๐ฒ๐ฟ๐ถ๐ฎ, ๐ฑ๐ฒ๐๐ฒ๐๐๐ผ ๐๐๐๐๐ผ ๐ฐ๐ถ๐ผฬ ๐ฐ๐ต๐ฒ ๐ฟ๐ถ๐ด๐๐ฎ๐ฟ๐ฑ๐ฎ ๐นโ๐ถ๐ป๐ฎ๐๐๐ฒ๐ป๐๐ถ๐ฐ๐ผ, ๐๐ฐ๐ฟ๐ถ๐๐ผ ๐พ๐๐ฎ๐ป๐ฑ๐ผ ๐ต๐ผ ๐๐ผ๐ด๐น๐ถ๐ฎ ๐ฑ๐ถ ๐๐ฒ๐ฟ๐ถ๐๐ฎฬ, ๐ฑ๐ถ ๐ฑ๐ฎ๐ฟ๐ฒ ๐ฎ๐ถ ๐น๐ฒ๐๐๐ผ๐ฟ๐ถ ๐ถ๐น ๐บ๐ฒ๐ด๐น๐ถ๐ผ ๐ฐ๐ต๐ฒ ๐ต๐ผ, ๐๐ฐ๐ฟ๐ถ๐๐ฒ๐ฟ๐ฒ ๐ฝ๐ฒ๐ฟ ๐บ๐ฒ ๐ฒฬ ๐๐ฒ๐บ๐ฝ๐ฟ๐ฒ ๐๐ป ๐น๐ฎ๐๐ผ๐ฟ๐ถ๐ผ ๐๐ฒ๐ฟ๐ถ๐ผยป. โ Antonella Gaeta, la Repubblica Bari โ๐๐ฒ ๐พ๐๐ฒ๐ฟ๐ฐ๐ฒ ๐ป๐ผ๐ป ๐ณ๐ฎ๐ป๐ป๐ผ ๐น๐ถ๐บ๐ผ๐ป๐ถโ vi aspetta in libreria e alle presentazioni. ๐ Presentazioni: BENEVENTO ๐ 29 agosto ore 20.30 - Piazza F. Torre BISCEGLIE ๐ 30 agosto ore 21.40 - Largo Castello GAGLIANO DEL CAPO ๐ 31 agosto ore 20.30 - Piazza San Rocco CORATO ๐ 1ยฐ settembre 19.30 - Piazza Sedile MODENA ๐ 2 settembre ore 21.00 - Festa del PD FIRENZE ๐ 3 settembre ore 18,30 - Fondazione Zeffirelli TERRICCIOLA ๐ 6 settembre 18.00 - Palazzo Comunale MARZAMEMI ๐ 8 settembre ore 18.30 - Piazza Regina Margherita AREZZO ๐ 12 settembre ore 21.00 - Teatro Petrarca BAGNO VIGNONI ๐ 13 settembre ore 19.30 - Giardino di Piazza del Moretto RACCONIGI ๐ 16 settembre ore 21.00 - Castello CAMPI BISENZIO ๐ 23 settembre ore 21.00 Teatrodante Carlo Monni PADOVA ๐ 27 settembre ore 18.30 - Centro San Gaetano CERIGNOLA ๐ 28 settembre ore 21.00 - Palazzo Fornari
๐ ยซ๐ฃ๐ฅ๐๐ ๐ ๐ข ๐ฃ๐ข๐ ๐ฆ๐๐๐ ๐ข ๐ง๐จ๐ง๐ง๐ ๐ ๐ ๐๐ฅ๐๐๐๐ข๐ก๐๐๐ ๐๐ ๐ค๐จ๐๐๐๐จ๐ก๐ข.ยป โ๐๐ฒ ๐พ๐๐ฒ๐ฟ๐ฐ๐ฒ ๐ป๐ผ๐ป ๐ณ๐ฎ๐ป๐ป๐ผ ๐น๐ถ๐บ๐ผ๐ป๐ถโ รจ arrivato alla ๐ค๐จ๐๐ก๐ง๐ ๐ฅ๐๐ฆ๐ง๐๐ ๐ฃ๐. ๐GRAZIE Questo romanzo attraversa sessantโanni di storia italiana: il Ventennio fascista, la Seconda guerra mondiale, gli Anni di Piombo. Il presente del racconto รจ il 1973. La bellezza di un romanzo storico sta nella sua natura: principia dalla veritร e su essa, la fantasia crea storie che parlano alla pancia dei lettori. ร in questa tensione che la Storia smette di essere ricordo e si fa vita. Il cuore del romanzo รจ Il Cantuccio, un luogo che accoglie persone e idee. E lรฌ prende corpo un dibattito sulla questione meridionale. Una madre e una figlia, Girolama e Letteria, vengono prese di mira perchรฉ siciliane. E cosรฌ iโ Pugi prende la parola. Studiare la Storia non significa guardare indietro per contemplare ciรฒ che si รจ stati, significa comprendere che il passato continua a scrivere il nostro presente. Oggi piรน che mai. Tenere in mano, in modo possente e consapevole, la memoria รจ lโunico modo che abbiamo per capire chi siamo e immaginare chi vorremmo essere. Non smemorarsi, comprendere la Storia non ci dร la certezza che certi abomini non verranno perpetrati di nuovo, ma ci consegna la straordinaria possibilitร di provare a costruire un presente e un futuro migliori. La questione meridionale, nel 1973, era lโimmagine di unโItalia divisa. E quellโimmagine, oggi, รจ ancora la fotografia piรน brutale del nostro presente e dellโumanitร tutta. ยซ๐๐น ๐น๐ถ๐ป๐ด๐๐ฎ๐ด๐ด๐ถ๐ผ ๐ณ๐ฎ๐๐๐ผ ๐ฑ๐ถ ๐๐ถ๐ผ๐น๐ฒ๐ป๐๐ฎ ๐ฎ๐บ๐บ๐ฎ๐๐๐ฎ ๐ฝ๐ถ๐ฬ ๐ฑ๐ฒ๐น๐น๐ฎ ๐๐ถ๐ผ๐น๐ฒ๐ป๐๐ฎ ๐๐๐ฒ๐๐๐ฎโฆยป ยซ๐๐น ๐ฆ๐๐ฑ รจ ๐ฑ๐ฎ ๐๐ฒ๐บ๐ฝ๐ฟ๐ฒ ๐ถ๐น ๐น๐๐ผ๐ด๐ผ ๐ฑ๐ฒ๐น ๐บ๐ฎ๐น๐ฒ ๐๐ฒ๐ป๐๐ฎ ๐ฝ๐ผ๐๐๐ถ๐ฏ๐ถ๐น๐ถ๐๐ฎฬ ๐ฑ๐ถ ๐ฟ๐ฒ๐ฑ๐ฒ๐ป๐๐ถ๐ผ๐ป๐ฒ.ยป ยซ๐ฃ๐ฅ๐๐ ๐ ๐ข ๐ฃ๐ข๐ ๐ฆ๐๐๐ ๐ข ๐ง๐จ๐ง๐ง๐ ๐ ๐ ๐๐ฅ๐๐๐๐ข๐ก๐๐๐ ๐๐ ๐ค๐จ๐๐๐๐จ๐ก๐ข.ยป โ๐๐ฒ ๐พ๐๐ฒ๐ฟ๐ฐ๐ฒ ๐ป๐ผ๐ป ๐ณ๐ฎ๐ป๐ป๐ผ ๐น๐ถ๐บ๐ผ๐ป๐ถโ (Rizzoli), ๐ถ๐ป ๐น๐ถ๐ฏ๐ฟ๐ฒ๐ฟ๐ถ๐ฎ o alle presentazioni. Scrivetemi sempre i vostri pensieri dopo che lo avrete letto. ๐
. A te. โPer mano. Cosรฌ entravamo in scena, io e Pippo. Non un gesto teatrale, ma un patto. La sua mano diceva: โCi sono. Non ti lascio.โ Quando Dina โ il centro, le mani e il cuore di Pippo โ mi confidรฒ che quella Domenica In doveva essere speciale, perchรฉ forse sarebbe stata la sua ultima, sentii salato negli occhi. Piรน di ogni altra cosa volevo fosse contento. Che fosse fiero di me. Non ho mai desiderato con tanta forza lโorgoglio di qualcuno. Pippo mi aveva scelto. Per la sua ultima Domenica In. Mi fece cantare, ascoltare. Mi regalava una rosa a ogni puntata. Un gesto da cavaliere vero, di quelli che sanno anche andare a piedi. Proprio come fanno gli eroi. Mi bastava un suo sguardo e sapevo se domandare, se fare silenzio, se fermarmi. Non mi ha mai rimproverata. Non perchรฉ fossi impeccabile, ma perchรฉ il suo insegnamento non passava dal rimprovero. Ma dallโesempio. Guardava ogni film, ogni spettacolo, conosceva ogni libro di cui parlavamo Pippo sapeva. Era cosรฌ che si preparava. Nulla era improvvisato: rigore, passione, meticolositร custodivano bellezza. Era cosรฌ che si facevano le cose. Per bene. Perchรฉ Pippo Baudo era anche un uomo per bene. Un uomo che non concepiva bellezza senza disciplina, dedizione e fede. Pippo mi ha insegnato che si possono conoscere tutte le domande del mondo, ma le risposte no. Ed รจ solo da quelle โ impreviste, fragili, incerte, vere o bugiarde โ che puรฒ nascere il dialogo. La vita. Ogni domenica, entrare in quello studio con lui era un varco. Un teatro popolare in cui scorreva la memoria di un Paese. Cantanti, attori, figure della vita degli italiani. Io, accanto a lui, sentivo di custodire unโereditร . E quella mano che mi stringeva non era un sostegno: era un compito. Per il mio compleanno mi mandava rose bianche. I biglietti portavano soltanto le sue iniziali. Mi chiedeva sempre se avessi mangiato: la domanda piรน semplice e piena di grazia che esista. Il dono piรน grande non รจ stato dividere un palco, ma scoprire nel suo sguardo che cโero, che la mia presenza contava. Pippo aveva questo potere: non solo farti apparire, ma farti esistere. Cosรฌ entravamo. โCi stringemmo la mano, / e il mondo parve salvo.โ Su LaStampa
. ๐ ๐บ๐ฎ๐ป๐ถ ๐ป๐๐ฑ๐ฒ, ๐พ๐๐ฎ๐ป๐ฑ๐ผ ๐๐๐ผ๐ถ. (๐๐ฉ๐ช ๐ด๐ค๐ณ๐ช๐ท๐ฆ ๐ฏ๐ฐ๐ฏ ๐ค๐ฐ๐ฎ๐ข๐ฏ๐ฅ๐ข. ๐๐ช๐ด๐ค๐ฉ๐ช๐ข) Su @la_stampa il mio commento al dibatto sulle presentazioni letterarie. Eventi vuoti e freddi o necessari e vivi? โA mani nude, quando vuoiโ รจ una frase che ho letto sui muri e ho sempre pensato fosse carnale e saggia. Perchรฉ parla di giustizia. Di coraggio. Di vita. Vuol dire: ad armi pari. Senza vantaggi. Pari. Giochiamocela. E non esiste nulla di piรน serio, spietato e necessario del โgiocoโ. La letteratura รจ questo. Un condottiero vero, che non manda. Porta. Si espone. Non si protegge dietro cornici, non si rimpiatta nei titoli. Va. Anche โ e soprattutto โ quando sa di perdere. Perchรฉ la letteratura รจ fatta da straordinari raccoglitori di disagio, di bestemmie, di preghiera, di sudicio, di nebbia e di pane. Scrivere รจ mettersi in croce. ร un atto di fede quando non si รจ credenti. ร una relazione da rischiare. Scrivere non รจ accovacciarsi su un trono o stare in una torre a buttar secchiate di sapone a chi prova a salire, raccontandosi di farlo per sondare purezza o abnegazione. Scrivere รจ un prato pieno di gente che si volta e ti parla, proprio perchรฉ tu la guardi. Nella maieutica era cosรฌ. Socrate non spiegava, non dimostrava. Faceva nascere La maieutica non era trasmissione di sapere, ma relazione dialogica Non si impartiva nulla: si interrogava. E si veniva interrogati Non cโera autoritร , ma reciprocitร Scrivere โ e presentare un libro โ non รจ diverso Le presentazioni letterarie sono lโestensione piรน vulnerabile e piรน viva del libro stesso Il luogo dove tutto puรฒ accadere โ o non accadere In cui nulla รจ certo. Un paradiso terrestre, nel migliore dei casi un inferno bonificato. In questi mesi sto portando il mio romanzo, โLe querce non fanno limoniโ a spasso per lโItalia Un libro che sapevo avrebbe dovuto camminare tra chi vuole e sa ascoltare. Si รจ parlato molto del โcircoโ delle presentazioni Cโรจ chi ha evocato lโesposizione come forma di logorรฌo, chi ha scritto che โle presentazioni funzionano sempre menoโ Il problema non sono le presentazioni. Ma la nostalgia di unโidea di letteratura che non esiste piรน [โฆ] Commento integrale su LaStampa
. Ti ho amato Pippo. Con la riconoscenza di unโallieva e la fierezza di chi ha potuto camminarti accanto. โCi stringemmo la mano, / e il mondo parve salvo.โ
๐ ๐ ๐ฃ๐ฒ๐๐ฐ๐ฎ, ๐บ๐ฎ๐ฟ๐ฒ ๐ฒ ๐ถ๐น ๐ฏ๐ถ๐ธ๐ถ๐ป๐ถ ๐ฅ๐ผ๐๐๐ผ๐๐ฟ๐ฎ๐ป๐ฐ๐ถ๐ป๐ถ ๐ฑ๐ถ ๐๐๐ฏ๐๐๐๐จ๐จ๐ฆ @vavavoomcf ๐ฐ๐ต๐ฒ ๐๐ฟ๐ฎ๐ฏ๐ผ๐ฐ๐ฐ๐ฎ ๐ฎ๐ฑ๐ฑ๐ผ๐๐๐ผ ๐นโ๐ฒ๐๐๐ฎ๐๐ฒ! ๐๐๐ฏ๐๐๐๐จ๐จ๐ฆ ๐ฒฬ ๐น๐ฎ ๐บ๐ถ๐ฎ ๐๐ฎ๐ฝ๐๐๐น๐ฒ ๐๐ผ๐น๐น๐ฒ๐ฐ๐๐ถ๐ผ๐ป ๐ฑ๐ถ ๐ฐ๐ผ๐๐๐๐บ๐ถ ๐ฒ ๐ฟ๐ฒ๐ด๐ด๐ถ๐๐ฒ๐ป๐ถ, ๐ฝ๐ฒ๐ป๐๐ฎ๐๐ถ ๐ฝ๐ฒ๐ฟ ๐ถ๐น ๐๐๐ผ ๐ฐ๐ผ๐ฟ๐ฝ๐ผ ๐ฒ ๐ป๐ผ๐ป ๐ฝ๐ฒ๐ฟ ๐๐ปโ๐ถ๐ฑ๐ฒ๐ฎ ๐ฎ๐๐๐ฟ๐ฎ๐๐๐ฎ ๐ฑ๐ถ ๐ฏ๐ฒ๐น๐น๐ฒ๐๐๐ฎ ๐ฬ ๐ฐ๐ผ๐บ๐ฝ๐ผ๐๐๐ฎ ๐ฑ๐ฎ: ๐ ๐ฎ ๐ฐ๐ผ๐๐๐๐บ๐ถ ๐ฑ๐ฎ ๐ฏ๐ฎ๐ด๐ป๐ผ: โค๏ธ ๐ฅ๐ผ๐๐๐ผ ๐๐ฟ๐ฎ๐ป๐ฐ๐ถ๐ป๐ถ ๐ ๐๐๐๐ฒ๐ฟ ๐ ๐ฐ ๐ฐ๐ผ๐บ๐ฝ๐น๐ฒ๐๐ถ ๐ฑ๐ถ ๐น๐ถ๐ป๐ด๐ฒ๐ฟ๐ถ๐ฒ: ๐ค ๐ ๐ฎ๐ฟ๐ฎ ๐ค ๐๐ฒ๐ฎ ๐ฉท ๐๐ฎ๐ป๐ถ๐ฒ๐น๐ฎ โค๏ธ ๐๐ฟ๐ฎ๐ป๐ฐ๐ ๐ ๐ฆ๐ฐ๐ผ๐ฝ๐ฟ๐ถ ๐๐๐๐๐ถ ๐ถ ๐บ๐ผ๐ฑ๐ฒ๐น๐น๐ถ ๐ฑ๐ถ ๐๐๐ฏ๐๐๐๐จ๐จ๐ฆ ๐๐ @vavavoomcf ๐๐๐ฏ๐๐๐๐จ๐จ๐ฆ ๐ป๐ฎ๐๐ฐ๐ฒ ๐ฑ๐ฎ๐น๐นโ๐ฎ๐บ๐ถ๐ฐ๐ถ๐๐ถ๐ฎ. ๐ง๐๐๐๐ผ ๐ฒฬ ๐ฐ๐ผ๐บ๐ถ๐ป๐ฐ๐ถ๐ฎ๐๐ผ ๐พ๐๐ฎ๐ป๐ฑ๐ผ ๐ต๐ผ ๐๐ฟ๐ผ๐๐ฎ๐๐ผ ๐ถ๐น ๐ฟ๐ฒ๐ด๐ด๐ถ๐๐ฒ๐ป๐ผ ๐ด๐ถ๐๐๐๐ผ ๐๐ผ ๐บ๐ถ ๐ฐ๐ถ ๐๐ผ๐ป๐ผ ๐๐ฒ๐ป๐๐ถ๐๐ฎ ๐ฏ๐ฒ๐ป๐ฒ ๐ฒ ๐พ๐๐ถ๐ป๐ฑ๐ถ ๐ณ๐ฒ๐น๐ถ๐ฐ๐ฒ. ๐๐ผ๐๐ถฬ ๐นโ๐ต๐ผ ๐ณ๐ฎ๐๐๐ผ ๐ฝ๐ฟ๐ผ๐๐ฎ๐ฟ๐ฒ ๐ฎ๐น๐น๐ฒ ๐บ๐ถ๐ฒ ๐ฎ๐บ๐ถ๐ฐ๐ต๐ฒ โ ๐ฒ ๐ฎ๐ป๐ฐ๐ต๐ฒ ๐น๐ผ๐ฟ๐ผ ๐๐ถ ๐๐ผ๐ป๐ผ ๐๐ฒ๐ป๐๐ถ๐๐ฒ ๐ฎ๐ฐ๐ฐ๐ผ๐น๐๐ฒ ๐ฒ ๐ณ๐ฒ๐น๐ถ๐ฐ๐ถ๐ธ ๐ ๐บ๐ผ๐ฑ๐ฒ๐น๐น๐ถ ๐ฝ๐ผ๐ฟ๐๐ฎ๐ป๐ผ ๐ถ ๐ป๐ผ๐บ๐ถ ๐ฑ๐ฒ๐น๐น๐ฒ ๐บ๐ถ๐ฒ ๐ฎ๐บ๐ถ๐ฐ๐ต๐ฒ: ๐๐ฒ๐ฎ, ๐ ๐ฎ๐ฟ๐ฎ, ๐๐ฎ๐ป๐ถ๐ฒ๐น๐ฎ, ๐ฐ๐ต๐ฒ ๐๐ผ๐ป๐ผ ๐ฎ๐ป๐ฐ๐ต๐ฒ ๐ฝ๐ฟ๐ผ๐๐ฎ๐ด๐ผ๐ป๐ถ๐๐๐ฒ ๐ฑ๐ฒ๐น๐น๐ฎ ๐ฐ๐ฎ๐บ๐ฝ๐ฎ๐ด๐ป๐ฎ! ๐๐๐ฏ๐๐๐๐จ๐จ๐ฆ ๐ฒฬ ๐๐ป๐ฎ ๐น๐ถ๐ป๐ฒ๐ฎ ๐ฝ๐ฒ๐ฟ ๐ฐ๐ผ๐ฟ๐ฝ๐ถ ๐๐ฒ๐ฟ๐ถ, ๐ป๐ฎ๐๐ฎ ๐ฑ๐ฎ ๐ฟ๐ฒ๐น๐ฎ๐๐ถ๐ผ๐ป๐ถ ๐๐ฒ๐ฟ๐ฒ, ๐ฒ ๐ฑ๐ฎ ๐๐ปโ๐ถ๐ฑ๐ฒ๐ฎ ๐ฑ๐ถ ๐ฏ๐ฒ๐น๐น๐ฒ๐๐๐ฎ ๐ฐ๐ต๐ฒ ๐ป๐ผ๐ป ๐ฒ๐๐ฐ๐น๐๐ฑ๐ฒ, ๐บ๐ฎ ๐ฎ๐ฐ๐ฐ๐ผ๐ด๐น๐ถ๐ฒ ๐ฒ ๐ฟ๐ถ๐ฐ๐ผ๐ป๐ผ๐๐ฐ๐ฒ. ๐๏ธ ๐ ๐ฐ๐ผ๐๐๐๐บ๐ถ ๐ฒ ๐ถ ๐ฟ๐ฒ๐ด๐ด๐ถ๐๐ฒ๐ป๐ถ ๐๐๐ฏ๐๐๐๐จ๐จ๐ฆ ๐น๐ถ ๐ฝ๐๐ผ๐ถ ๐๐ฐ๐ฒ๐ด๐น๐ถ๐ฒ๐ฟ๐ฒ ๐ฒ ๐ฎ๐ฐ๐พ๐๐ถ๐๐๐ฎ๐ฟ๐ฒ ๐ป๐ฒ๐น๐น๐ฒ ๐ฏ๐ผ๐๐๐ถ๐พ๐๐ฒ ๐ฃ๐ฎ๐๐๐ ๐๐น๐ผ๐ผ๐บ: ๐ ๐ฅ๐ผ๐บ๐ฎ โ ๐ฉ๐ถ๐ฎ ๐๐๐ฐ๐ฟ๐ฒ๐๐ถ๐ผ ๐๐ฎ๐ฟ๐ผ ๐ฐ๐ด ๐ ๐ ๐ถ๐น๐ฎ๐ป๐ผ โ ๐๐ถ๐ฎ ๐ฑ๐ฒ๐น ๐ง๐ผ๐ฟ๐ฐ๐ต๐ถ๐ผ ๐ญ๐ฒ ๐ ๐ก๐ฎ๐ฝ๐ผ๐น๐ถ โ ๐ฉ๐ถ๐ฎ ๐๐ฎ๐ฟ๐น๐ผ ๐ฃ๐ผ๐ฒ๐ฟ๐ถ๐ผ ๐ต๐ต ๐ฃ๐ฒ๐ฟ ๐๐ฟ๐ผ๐๐ฎ๐ฟ๐ฒ ๐พ๐๐ฒ๐น๐น๐ผ ๐ฝ๐ฒ๐ฟ๐ณ๐ฒ๐๐๐ผ ๐ฝ๐ฒ๐ฟ ๐๐ฒ ๐๐ฒ๐ฟ๐๐ฒ ๐๐ป๐ฎ ๐๐ผ๐น๐ฎ ๐บ๐ถ๐๐๐ฟ๐ฎ๐๐ถ๐ผ๐ป๐ฒ, ๐ณ๐ฎ๐๐๐ฎ ๐ถ๐ป ๐ป๐ฒ๐ด๐ผ๐๐ถ๐ผ ๐ผ ๐ผ๐ป๐น๐ถ๐ป๐ฒ. ๐๐ฎ๐๐๐ฎ ๐๐ป๐ฎ ๐๐ผ๐น๐๐ฎ ๐๐ผ๐น๐ฎ. ๐ ๐ฎ๐๐ฟ๐ฎ๐ถ ๐ฝ๐ฒ๐ฟ ๐๐ฒ๐บ๐ฝ๐ฟ๐ฒ ๐ถ๐น ๐ฟ๐ฒ๐ด๐ด๐ถ๐๐ฒ๐ป๐ผ ๐ฝ๐ฒ๐ฟ๐ณ๐ฒ๐๐๐ผ ๐ฝ๐ฒ๐ฟ ๐๐ฒ. ๐ท ๐๐๐ฏ๐๐๐๐จ๐จ๐ฆ ๐ง๐ฒ ๐น๐ผ ๐บ๐ฒ๐ฟ๐ถ๐๐ถ.๐
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